Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA V
 
 CLITENNESTRA, AGAMENNONE
 
 CLITENNESTRA
 Ben si vede che prole
 sei del malvagio Atreo.
1065Come ti soffre il cor?...
 AGAMENNONE
                                            Donna, ti acheta.
 Non farà il tuo gridar ciò che non fece
 de l’infelice il pianto.
 CLITENNESTRA
 Mi vieti anche il dolermi?
 AGAMENNONE
 Mi è grave il far ciò che costretto io faccio
1070e mi è grave il non farlo.
 CLITENNESTRA
 E qual necessità ti vuol crudele?
 AGAMENNONE
 Quella che mi vuol misero.
 CLITENNESTRA
                                                   Tu solo
 fabro sei di tua colpa e di tua pena.
 AGAMENNONE
 Oh! Fosse in mio poter ciò che vorrei.
 CLITENNESTRA
1075Per Elena nol fai? Nol fai per Troia?
 Pensi ad Elena e Troia il tuo germano,
 cui tanto preme la non casta moglie.
 Con la sua Ermione ei la riscatti; e resti
 a la patria, a lo sposo, a noi la figlia.
 AGAMENNONE
1080A noi chiedono questa i numi irati,
 questa da noi vorranno i Greci armati.
 CLITENNESTRA
 La difenda il tuo amore e quel di Achille.
 AGAMENNONE
 Temo la civil guerra e la detesto.
 CLITENNESTRA
 Di’ che temi depor scettro e comando.
 AGAMENNONE
1085Orsù, taci e mi lascia.
 CLITENNESTRA
 Sola, dunque, a Micene e disperata
 ritornerò? Non lo pensar. Quand’altro
 non possa il mio dolore,
 a svenar ti prepara e figlia e madre.
 AGAMENNONE
1090A la miseria mia basta un delitto.
 CLITENNESTRA
 Vedi bontà! Vedi innocenza! Iniquo!
 L’uccisor de la figlia
 teme uccider la madre. Ah! Tu di lei,
 io di me stessa ho già disposto. Addio.
1095Del mio morir solo l’arbitrio è mio.
 
    Preparati a svenar e figlia e madre,
 consorte e padre
 ma senza amore,
 senza pietà.
 
1100   Sì sì, l’amor ti pervertì;
 e nel tuo core
 entrò col fasto
 la crudeltà.