Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA VII
 
 SIFALCE con guerrieri e li sudetti
 
 SIFALCE
 Ecco il tempo opportuno! (A’ suoi soldati)
1095Perdasi ogni riguardo. (Afferri improvisamente Agarista)
 AGARISTA
 Aimè!
 BRENNO
               Coraggio amici. (Combattono e poi fuggono li soldati di Agarista)
 ORONTA
                                              Ah traditore! (Oronta trattenga Sifalce ed esso respingendola senza mai guardarla vada ritirandosi nel bosco)
 SIFALCE
 Oh dolce peso. Al lito
 tosto con grande acquisto.
 AGARISTA
                                                  E dove iniquo?
 ORONTA
 Ma pure... Ferma. (Come sopra)
 BRENNO
                                     Io volo
1100col mesto avviso al genitor dolente. (Parte)
 AGARISTA
 Oh dio! Padre! Armidoro!
 Chi mi aita?
 ORONTA
                          Deh arresta. (Lo fermi come sopra)
 SIFALCE
 Debole inciampo. (La rispinge senza guardarla)
 ORONTA
                                    Almeno
 guarda chi lasci. Forse
1105ti spiacerà di non avermi uccisa.
 Né mi bada, il crudel, né mi ravvisa.
 O vibra il ferro o me conduci ancora.
 SIFALCE
 Più tolerar non posso.
 Esser può di periglio ogni dimora. (Sifalce nell’uscir dal bosco, trattenuto da Oronta, impaziente rivolgendosi con furia l’urti e la getti in terra e poi si parta. Oronta resti in terra tramortita)