Il Narciso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 Grotta di ninfe a foggia di tempio,
 
 TIRRENO, coro di sacerdoti, di pastori e di ninfe
 
 CORO
 
220   O gran dee, che custodite
 queste selve e questi fiori,
 aggradite i nostri doni
 e l’amor de’ nostri cori.
 
 TIRRENO
 Omai del sacro rogo
225l’odoroso alimento unite, o voi,
 sacri ministri, e voi,
 innocenti pastor, vergini caste. (Il coro innalza in forma di altare un rogo, in cui tutte le ninfe gettano i loro fiori. Sacrifizio)
 CORO
 
    O gran dee, che custodite
 queste selve e questi fiori,
230aggradite i nostri doni
 e l’amor de’ nostri cori.
 
 TIRRENO
 Or d’incenso e di nardo
 spargete il rogo acceso, onde alle stelle
 in odorati nembi ’l fumo ascenda.
235Ecco dall’aureo nappo
 su la fiamma, che stride, io verso questo
 liquor, cui già sudaro
 le vendemmie cretensi, e questa verso
 dal cristallo più terso
240linfa innocente e pura.
 Also, il vasel d’argento
 dammi, perché ne spruzzi
 del più candido latte
 le leggere faville; e voi fra tanto
245accordate giulivi
 all’alme dee, ninfe e pastori, il canto.
 CORO
 
    O gran dee, che custodite
 queste selve e questi fiori,
 aggradite i nostri doni
250e l’amor de’ nostri cori.
 
 TIRRENO
 Fausti del sacrifizio
 son tutti i segni; ecco, la vampa è chiara
 e non obbliqua ascende
 né di tetro vapor l’aria si adombra;
255ecco lampo sereno,
 con passaggera luce,
 balenare a sinistra e quindi al volo
 batter candide piume il lieto augello;
 ed ecco della fiamma
260agli ultimi deliqui, il cener sacro
 qual soave fragranza intorno spira.
 
    Con auspici sì felici
 tutto lieto per noi sarà.
 
    Non i campi il nembo sordo
265abbatterà;
 non gli armenti il lupo ingordo
 infesterà.
 
 Il fine dell’atto primo