Il Narciso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 ECO, NARCISO e coro
 
 ECO
 Narciso, i passi arresta; Eco sen viene
60a partir teco e le fatiche e i rischi.
 NARCISO
 Vien pur, ninfa gentil, te sola io trovo
 uniforme a’ miei voti.
 Tu cara a me, poiché di amor non senti
 le pungenti quadrella e a me non stanchi
65con sospiri importuni il casto udito.
 ECO
 (Oimè! L’esempio altrui cauta mi rende).
 NARCISO
 Vedi gli stolti amanti, il volto e gli occhi
 sparsi di orror, di lacrime, le voci
 da’ singulti interrotte, esempio insieme
70di pietà e di terrore.
 Sol così premia i suoi vassalli amore.
 ECO
 Così in amor si pena,
 quando è crudel, come tu sei, chi s’ama.
 Ma di amor corrisposto
75gioia non v’ha che ben pareggi ’l prezzo.
 Più di una ninfa, in simil cure esperta,
 più di una volta udii lieta ridirmi:
 «Fortunato pastor, ninfa beata,
 cui di far tocca in sorte
80quel dolcissimo cambio
 di cor con cor, d’alma con alma». O sorte
 degli Elisi più dolce! Aure felici
 che, que’ labbri baciando
 più soavi spirate! Ove la mente
85figurarsi può mai destin migliore?
 Così anche premia i suoi vassalli amore.
 NARCISO
 
    Sento dir che Cupido è un tiranno...
 
 ECO
 
 Ma un tiranno che reca diletto...
 
 NARCISO
 
    Che avvelena col labbro che ride.
 
 ECO
 
90Che ravviva col labbro che uccide.
 
 NARCISO, ECO
 
 Cruda morte           debole
                         di un                    petto.
 Dolce vita                 nobile
 
 NARCISO
 Ninfa, se men mi fosse
 noto il tuo cor, di giusto sdegno acceso,
 direi...
 ECO
                Frena, o Narciso,
95l’ira inutil del labbro. A garrir teco
 un mio delirio e non amor mi guida.
 NARCISO
 Non di garrir ma di partirsi è tempo.
 Fuggon rapide l’ore e il dì s’avanza.
 ECO
 (Cor mio, non disperar. Ci vuol costanza).
 NARCISO
100Fuor della tana il bosco
 già circondan le belve, il monte e il piano
 sente gli urli primieri; e impazienti
 danno i molossi il lor latrato ai venti.
 CORO
 
    Alla caccia, alla caccia.
 
 NARCISO
 
105   Scorrete intorno
 e valli e monti
 e piani e selve
 di belve in traccia.
 
    Con tal diletto
110del lungo giorno
 si passan l’ore.
 L’ozio di amore
 così si scaccia.