Il Narciso, Ansbach, Kretschmann, [1697]

 Altezza serenissima elettorale,
    chi gode l’onore di servire ad un prencipe sovrano, gode anche quello di riceverne gli stimatissimi ordini da’ quali se ne ricava, oltre il preggio soave dell’obedienza, un cumulo infinito di gloria.
    Così a punto ora a me tocca la sorte avventurosa di riverire un comando del mio serenissimo padrone nel dover consegrare all’altezza vostra elettorale il mio Narciso, che ne’ suoi errori miglior ricovro non poteva ritrovare che la sublime prottezzione d’una eroina.
    Vanne pure, o fortunato pastore, a ritrovare un fonte nel quale, invece di lasciarvi la vita, vi troverai la salvezza, non solo ma resterai illeso da chi ti volesse affogare colle maledicenze.
    Per rimirarsi, Narciso più bello specchio di vostra altezza elettorale non poteva trovare, perché, oltre alla sovrumana bellezza del volto, vi è da specchiarsi nelle azzioni del grand’animo e vasto, ugualmente belle.
    Così dunque, o madama, a guisa di fonte riceva il piccolo ruscello d’acque, ben che torbide, uscite dalla vena sterile del mio povero spirito nelle composizioni musicali e le avvalori con uno (ben che non meritato) sguardo, acciò restino da questo fortificate e ricevano quel preggio che per sé stesse non hanno. Ch’io tutto ossequio baciandole umilmente il lembo della veste mi consacro dell’altezza vostra elettorale umilissimo, ossequiosissimo e riverentissimo servitore.
 
    Francesco Antonio Pistocchi