Metrica: interrogazione
80 tronchi in Venceslao Monaco, Straub, 1725  (pezzi chiusi) 
merta d’alloro il crin ornar.
che il forte Ernando di trionfar.
   Se ti offendo, tacerò;
di qual fiamma avvampi il cor.
e ’l conforto al mio dolor.
rende a’ vasalli un re.
vi trovo la beltà ma non la fé.
non mi chiedere il perché.
So che inganni, non ti amerò.
che l’amarne un traditor.
ingannata,   anche il suo onor.
   Armi ha ’l ciel per gastigar
   e più spesso ei fulminar
né più sciolto il cor sen va.
già la vittima cadé. (Casimiro, in atto di deporre lo stile sul tavolino, vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gli occhi vede il figliuolo)
e più accresce il tuo dolor.
potrai lieta nel seno abbracciar.
giusto ancora saprò conservar.
sommo ancora è ’l suo piacer.
   E se teco io non vivrò,
fra l’aurette ad ischerzar.
più ’l mio destin crudel.
   L’arte, sì, del ben regnar
da me ’l mondo apprenderà.
   Ei vedrà che so serbar
ma l’amor languir non può.
pene a l’alma, spaventi al pensier.
ma l’orrore si cangi in piacer.
  Non mi dir d’amarmi più,
anima senza fé, senza pietà.
Perché con me? Perché tanta impietà.
tempo e sorte, amor e fé.

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