Metrica: interrogazione
91 ottonari in L'Atenaide Vienna, Cosmerovio, 1714 
   Può voler chi in trono siede
   Prima aspetta il mio comando
   Imeneo più chiare e belle
   Lieto dì con più bel raggio
mai non sorse al greco impero;
   Reggia amica, a te vicino
più mi balza il core in petto.
   Ma non so, nel mio destino,
   Più non sono in libertà
   Lieta amava il tuo bel core
v’entrò in onta de l’amore
   Quanto posso a me fo schermo
   Ma ho timor che contro amor
l’esser saggio e l’esser forte.
   Son colpevole a’ tuoi lumi
ma innocente è ’l mesto cor.
   Giusti numi, il vostro sguardo
   Bel piacer d’un fido core
«Per te peno e per te moro».
   Ma diletto assai maggiore
è l’udir ch’egli risponda:
«Anch’io t’amo, anch’io t’adoro».
   Pena avrò del tuo dolore,
E s’è fida al tuo bel core,
   Se lo perdo è mia sciagura;
ma se ’l lascio è mia viltà.
   Io ti abbraccio, o dolce amico.
   Più non vo’ mirar quel volto,
più ascoltar non vo’ quel labbro
   Labbro e volto in cui sta accolto
   Tu partisti e spargo a’ venti
   «Vanne tosto, fuggi, vola,
            duce...
                     Ama e gradisci...
                     Avrò diletto...
                     cor
                                     con te.
                          resti
                                     con me.
   Nel tuo petto il custodisci...
Serberollo entro al mio petto...
                di mia
Certo pegno                   fé.
                 di tua
   Sì, son tua, padre amoroso;
sì, ti stringo; sì, t’abbraccio.
   Quando strinse amor o sorte,
più del mio, figlia e consorte,
   L’odio ingiusto e l’empia frode
   È ’l tuo nome, o grande Elisa,

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX 8