Metrica: interrogazione
34 endecasillabi (pezzi chiusi) in Ambleto (Zeno e Pariati) Venezia, Pasquali, 1744 
più sento il tuo dolor che la mia colpa.
o il danno della mente o il mal d’amore.
   La speme del nocchiero è in una stella;
   Se l’uno è abbandonato, ahi, che procella!
Se l’altro è disperato, ahi, che dolore!
con l’odio o con l’amor. Saprò tacer.
che ad onta di vostr’ire io voglio amarvi.
   Cinto di amiche rose un dì crescea,
bianco figlio dell’alba, un giglio ameno;
se gli accostò col suo crudel veleno;
e allor si udì fra il danno e fra il periglio
pianger quell’ape e sospirar quel giglio.
com’io son fida a te; ma non m’intendi.
com’è la fé ch’è in me; ma nol comprendi.
   Quel cor, che traditor fu al suo regnante,
   Non è l’empio vassallo un casto amante
e i vezzi fra di voi sien mille e mille.
   È troppo amabile quel bel sembiante
più vil sé stessa rende e lui più audace.

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