Cari affetti, brillatemi in seno
fra le gioie di un certo piacer.
Né la dubbia speranza del bene
più quest’alma vicina a goder.
Pene illustri di un cor generoso,
dolci affetti di regno e di amor,
siamo in porto, v’invito a goder.
E se nulla vi turba il riposo,
egli è l’uso di un lungo timor
Spezza, o core, l’ingiuste ritorte
e ti scorda l’ingrata beltà.
Se il tuo sdegno non è così forte,
fa’ che almeno non abbia il rossore
Da te parto, bel volto sereno