Metrica: interrogazione
35 sineresi in Sirita Vienna, van Ghelen, 1719  (recitativo) 
sinor di acciaio, e ad imeneo consenta.
frena il disio, tempra le fiamme e soffri.
per te accenda imeneo tede e facelle.
al suo giudice offeso il reo non vassi,
Fido imeneo fa i più felici in terra.
fiso è ’l pensier, viver solinga  e sciolta
che t’ingombran l’idea. Tu gli occhi abbassi?
questo basso disio, più di quel ch’abbia
Appunto; e spesso qui disio la guida
                               Eroe, che è nato a l’armi,
L’eroe che miro in quella tela impresso?...
più non ammiro eroe. Gli toglie amore
del prode? De l’eroe? Doni di padre
ratta così che parea strale e vento,
e lui lasciò che parea gelo e sasso.
dIsio di regno e avvelenò la dolce
Audace e reo vassallo, a te, su l’orme
Non si negan difese al reo più iniquo.
E ne l’uno e ne l’altro io reo ti veggio.
io non volea che un guardo. Or qual mio fallo,
Non più. Reo sei. Con più maturo esame
egli è l’eroe, chiaro di sangue e d’opre
Disuguale imeneo non ha mai pace;
e l’aureo cerchio a lui ricopre ed orna
col guardo incontro de l’idea l’oggetto;
tutta si raccogliea nel suo pensiero,
desta quasi mi avean qualche speranza
di funesto imeneo. (Mi ascolta e tace). (Piano a Romilda)
di amor nemica. Io ti credea più forte;
di più illustre imeneo tromba festiva?

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