Metrica: interrogazione
41 sineresi in Artaserse (Zeno e Pariati) Venezia, Rossetti, 1705  (recitativo) 
cangiata in caduceo l’asta guerriera,
sieno spose a’ tuoi figli. Il mio Senato
che reo de l’ire mie soffre il gastigo
servir dee l’odio e non l’amor di guida.
d’amor spergiuro e d’imeneo fallace. (Comparisce la macchina della Pace e d’Imeneo)
Siasi. Lo soffro in pace. Ah! Solo almeno
L’un d’essi è il reo, l’un d’essi,
Me punisci innocente e ’l reo punisci.
Ah! Qual dei figli è ’l reo? Qual l’innocente?
Un amore, ch’è reo, sempre è infelice.
e reo per mia cagion, colui che adoro...
Io reo, signor, dell’esecrando eccesso?
ch’esser solea mio voto e mio contento,
Se cerchi il reo, non lo dirò ma il vedi.
l’uno perché l’incolpi e reo lo chiami,
Qui rea la trovo e qui n’avrà le pene;
Addio. Giunge, non so se un reo, se un figlio.
Il reo sen mora; e ’l reo in entrambi io vedo.
Un solo è ’l reo; due sono i figli; e quale,
Purché il reo si punisca, il giusto mora.
                                                   Non sono.

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